“Il registro regionale dei tumori è uno dei più complessi interventi di sanità pubblica che, attraverso una governance unica frutto della condivisione di dati e competenze, assicurerà una programmazione più efficace delle politiche sanitarie”. Lo ha dichiarato l’assessore della Sanità Luigi Arru illustrando i punti principali del regolamento alla competente commissione del Consiglio.
Rispetto alla realtà precedente (due registri locali costituiti a Sassari negli anni ’90 e poi a Nuoro con una copertura complessiva del 43% della popolazione), il registro regionale consentirà al sistema sanitario regionale di fare un salto di qualità. Arru ha sottolineato infatti che quello della Sardegna, uno dei primi in Italia, “consentirà agli operatori di poter lavorare finalmente in rete ed in tempo reale grazie alla disponibilità di una quantità enorme di dati, che comprenderanno ogni passaggio clinico del paziente oncologico, dalla diagnostica agli accessi ospedalieri ed ambulatoriali, dagli interventi chirurgici ai percorsi terapeutici di ogni singola patologia”.
Dal punto di vista organizzativo, ha proseguito l’assessore, “la Sardegna è stata divisa in tre macro-aree territoriali (nord, centro e sud) che faranno riferimento alla struttura di coordinamento funzionale di Sassari, creando un circuito di scambio continuo di informazioni che interesserà anche analoghe realtà nazionali e la comunità scientifica”. Da sottolineare inoltre, ha aggiunto Arru, “la possibilità di utilizzare, condividere ed analizzare i dati della mobilità oncologica dalla Sardegna verso l’esterno, concentrata prevalentemente su Lombardia ed Emilia- Romagna oltre alla Liguria per le patologie pediatriche”. Dopo l’approvazione della commissione il regolamento passerà all’esame del Consiglio.
Da Sardegna Oggi, 28 ottobre 2016
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