Il 21 giugno è la giornata dedicata alla ricerca per la cura contro tutte le malattie del sistema ematopoietico, leucemie e linfomi, nata sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, e affidata all’A.I.L. che promuove la sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale. In Sardegna, le relazioni pubblicate ci dicono che l’unico studio effettuato su tutto il territorio regionale è quello del 2006, richiesto dall’Assessore Dirindin, basato sui certificati di morte e sulle diagnosi di dimissione ospedaliera.

Seppure con dati così parziali, rispetto a quanto si saprebbe con uno studio completo se esistesse un Registro regionale Tumori, la situazione riguardante le leucemie e i linfomi non Hodgink o LNH in alcune aree è terribile, sia per mortalità che per ricoveri ospedalieri. Grazie all’apporto del registro tumori di Sassari, i dati registrati confermano un notevole aumento a Portotorres dei tumori di più 4% negli uomini e del 9% nelle donne. A La Maddalena aumenta il LNH del 178%, come ad Ottana sono aumentati il LNH e le leucemie, così come a Macomer tra gli  uomini i  LNH e tra le  donne le  leucemie; per quanto riguarda i  tumori e LNH nel poligono ilitare di Teulada l’aumento era dal 45% al 135%, nel Salto di Quirra c’è un incremento del 10% per i tumori dell’apparato linfoematopoietico; A Sarroch l’incremento riguarda tutti i tumori in entrambi i sessi; a Portoscuso  sono in aumento le leucemie tra le donne, anche a Nuoro c’è un aumento di tutti i tumori  comprese leucemie e LNH.  Il CEA di Nuoro ha pubblicato l’analisi delle principali cause di morte dal 2011 al 2013, da cui si evince che la mortalità per tumori, leucemie e linfomi è nella media regionale. Da questo dato si discosta purtroppo la città di Nuoro, simile a Macomer e Ottana dove in particolare la mortalità è passata dal 12% al quasi il 15%.

Il registro tumori regionale, istituito con legge nazionale nel 2012, (nonostante il Consiglio Regionale abbia approvato nel 2016 un Regolamento per la sua realizzazione), continua a mancare.  Così come continuano a mancare tutti gli organismi tecnici e scientifici che devono studiare e anonimizzare i dati anagrafici dei pazienti, come confermato dal Garante della Privacy il dr. Soro, il quale ha ricordato che la Regione e i suoi uffici interni all’assessorato non possono e non devono accedere a questi dati se non dopo averli acquisiti anonimi.

Il nostro Comitato Sa Luxi continua a ribadire che occorre che i consigli comunali votino da soli o come unione dei comuni la nostra proposta, nella quale s’impone alla Regione Sarda di realizzare al più presto il Registro regionale in modo da avere finalmente i dati necessari a chiarire le cause ambientali, le  cause genetiche, le  cause legate allo stile di vita e associate al territorio o all’ambiente di lavoro.

Cagliari, 21 giugno 2017